Saggio nel catalogo della mostra “Opere recenti”
Galleria Flavio Stocco, Castelfranco Veneto (TV) 1998
di Neri Pozza*

Se De Roberto mi avesse detto – qualche anno fa – che covava il proposito di dipingere, non mi sarei stupito, ma gli avrei domandato da quale parte avrebbe cominciato a sciogliere gli ideogrammi del suo disegno per trovare i profili giusti da pitturare. Sarei stato sicuro che, per farlo, avrebbe usato i colori e non i diversi materiali con i quali oggi si gioca – croce e delizia – a incantare i grandi serpenti della critica contemporanea. Colori a vortice, i colori dei nudi aggrovigliati nei ginecei della sua fantasia “che si ammassano e deridano secondo una partizione compositiva calcolata col duplice senso dell’affollamento della spazio e della sua forma aperta”. Rossi, turchini, marrone, gialli, arancione?
Queste sono induzioni improprie; e nessun artista ci dirà in anticipo come gli riuscirà di tirare i fili del suo sipario, nel teatro della sua fantasia. Così, dopo i disegni del 1964 e quelli più intensi del 1969, ecco le pitture inaspettate del 1971.
Devo dire che l’impresa di dilatare e di sciogliere gli ideogrammi, semplificare i tracciati, incrociarli e sovrapporli, mette subito in risalto una serie di profili di una suggestione illusionistica e antirealistica, che il colore alimenta. De Roberto non solo non rinuncia al segno, che isola le campiture colorate, ma se ne serve per sottolineare il profilo di una figura, di un gesto, di un abbraccio.
Vi è qualcosa di antitetico tra la raffinatezza del colore e il reticolo nel quale è costretto e incatenato, sta fra il cartone preparatorio per la vetrata e l’idea di vederla in trasparenza. Preso dal bisogno di chiarezza, di una semplificazione totale, De Roberto va al sodo delle immagini, e per cavarle dal caos le colora. Espone cioè la forma pura e ne mostra il risultato finale.
Doveva correre questo rischio, era giusto che lo facesse; e bisogna dargli atto del risultato positivo raggiunto, in qualche tela di notevole misura.
Arrivato a questa svolta del suo stile, De Roberto va ora atteso ai prossimi esperimenti disegnativi; e forse non dovremmo aspettare molto tempo perché siano soddisfatte le nostre curiosità.

 

*Editore, scrittore, artista e collezionista d’arte vicentino