Presentazione per la mostra alla Galleria del Ponte
Firenze 1943
di Lucio Chiavarelli*

Per una sia pur sommaria definizione della pittura di Carlo De Roberto, non ingannino i limiti formali – anche intesi nel senso più concreto possibile del suo mondo: si vuol, dire che laddove “disegni” e “seppie” sono per i più i troppo facili rifugi di una composizione tipicamente sperimentale e affrettata, per De Roberto invece assumono un valore di rivelazione, sono i segni di una fantasia finalmente libera da ogni programma, da ogni influenza teorica. Pure, proprio in questa libertà di orizzonte e di aspirazioni, sarà agevole rintracciare un freno, non già polemico (e caduco), bensì rigidamente volontario tutto legato ad un sentimento morale “innato” e non conquistato, alla fedeltà ad una vocazione mai tradita. Questo studio e questa fantasia, così singolarmente riuniti, si rivelano in maniera compiuta e definitiva anche in quelle composizioni di figure dove la presenza di piani troppo contrastanti e contigui poteva suggerire la strada di una esercitazione di “bravura” o il riparo d’una comoda sfiducia nel “mezzo strumentale”; invece persino nelle “storie” complesse di certe “figure” la tecnica di un disegno esemplare non viene mai tradita. E non ingannino l’esilità, la contraddittorietà, (necessaria) delle linee, il peso di certe cornici (necessarie anch’esse) l’essenziale è la fede non più nella intangibilità degli oggetti, dei corpi, ma nel potere poetico dell’anali che decompone gli oggetti: è una sorta di commossa sfiducia davanti alla natura, la quale non è ormai che una “occasione” per un soliloquio, per i liberi discorsi della immaginazione. E non a caso ci è accaduto di parlare di “storie”:termini narrativi si pongono – nei casi più estremi e felici -come assolutamente necessari per l’indagine di certi disegni: e non in un senso troppo diretto e ingannevole d’altronde, di illustrazioni, bensì come riconoscimento di un potere di descrizione, spesso amorevole ed estasiato, spesso crudele e rigidissimo. Troppo facile ormai ricercare “il romanzo” in un pittore?

 

*Sceneggiatore, regista e critico teatrale fiorentino