Presentazione della mostra all’Opera Bevilacqua La Masa
Venezia 1967
di Helmut Goldhammer

Il disegno non è per De Roberto un genere minore, ma piuttosto un termine d’arrivo: la conclusione di esperienze e ricerche che investono una partecipazione alla realtà che non si circoscrive nella sua interpretazione grafica. Né la sua interpretazione grafica del suo mondo, nel quale l’occasione figurativa non ambisce a trascendere i propri limiti occasionali, cede nella provvisione del pretesto. Un tempo Marchiori osservò che per De Roberto il disegno ha l’immediatezza di una scrittura: è un modo cioè di spiegare il mondo, di parlare del mondo e di sé. Ed è sulla ricchezza e potenza di questo valore segnico che occorre soffermarsi. Donne come alberi, figure come paesaggio, membra come rami e fogliame. In taluni dei suoi fogli De Roberto dichiara una specie di follia: l’oggetto resta l’occasione dell’atto stesso in cui l’artista più che rinnegarlo o rifiutarlo limita e trasforma i caratteri oggettuali. E allora la carica emblematica notata da Forcella, e la fantasia allusiva messa in evidenza da Pozza, non sono che le modalità di invenzione di nuovi segni per nuovi (e antichi) significati. Il gioco grafico realizza la sua pienezza in una allusività plurivalente riferibile sia alla realtà oggettuale (ma essa non è che una occasione, un “pretesto”, dichiara De Roberto), sia ad una ricerca compositiva, ad un equilibrio di linee e di piani, ad invenzioni di profondità in cui si sfanno e si scompongono le convenzioni prospettiche (ma questo è solo strumentale, dichiara ancora De Roberto). Questo artista partendo da una attenzione per la realtà oggettiva (attenzione, tanto disincantata e nemica dei miti figurativi da far pensare persino ad un suo odio per la figura umana) ha realizzato attraverso un lavoro ormai trentennale, una invenzione di nuovi segni e di nuovi significati. Segni e significati che si condensano nel foglio, che, forse, emergono dal foglio bianco attraverso un automatismo di evocazione, che, sostenuto da una eccezionale maestria di mano, non si sottrae tuttavia al severo e sovente risentito rifiuto del facile.